Scultura arcaica e pre classica


“Sette contro Tebe”, tragedia di Eschilo
Eteocle e Polinice hanno stretto un accordo: avrebbero regnato un anno ciascuno, alternandosi sul trono.
Eteocle, però, allo scadere del mandato, non vuole restituire il regno a Polinice, sicché costui arma sei guerrieri di Argo, con lui sette, e li pone davanti le porte di Tebe, dalle sette porte appunto, e dichiara guerra al fratello.
Eteocle contrappone altre sette guerrieri, tra cui lui stesso, e li mette a presidio della città. Il messaggero informa che sei di Argo sono stati respinti; resiste Polinice che dovrà scontrarsi con lo stesso fratello Eteocle.
Qui scatta la tragedia, che per i Greci, è dramma personale: Eteocle sa che il volere degli dei impone, Zeus in primis, che essi muoiano in un sol giorno di duplice strage, ma non può che affrontare il destino, la divina Necessità (Tyche), perché questo rientra nelle caratteristiche dell’eroe: solo di fronte al dictat divino.